Università Popolare per la formazione dei comunisti
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Ancora sui Comitati di
Partito
La costruzione di Comitati di Partito (CdP)
clandestini è il secondo lato del piano in due punti per la
ricostruzione del partito che la CP sta promuovendo. La costruzione di CdP
è in corso oramai da cinque anni. Essa prosegue e proseguirà al ritmo della
maturazione che il partito già esistente con la sua azione e l'esperienza della
lotta di classe determinano tra i comunisti (delle FSRS e "cani
sciolti") e tra i lavoratori avanzati, nel corso di un'aspra lotta ideologica
contro le deviazioni morali e intellettuali che il lungo periodo di dominio dei
revisionisti moderni ha radicato nel movimento comunista e nei comportamenti e
nella cultura popolare e della lotta politica e ideologica contro le perniciose
influenze morali e intellettuali della borghesia sulle masse popolari e gli
ostacoli che essa e il suo ordinamento sociale oppongono alla ricostruzione del
partito.
I CdP svolgono oramai da tempo la loro
opera in varie parti del paese. L'influenza che essi esercitano nella classe
operaia e sul resto delle masse popolari è oramai diventata un fattore della
lotta di classe nel nostro paese, anche se purtroppo non abbiamo ancora indici
generali che misurino oggettivamente questa influenza. La crescita del loro
numero, del livello della loro azione e del collegamento che si viene
stabilendo tra essi tramite la CP e i suoi fiduciari, segna il progresso della
ricostruzione del partito comunista e costituisce il rafforzamento e l'azione
del partito oggi esistente. Bando alle attese messianiche che la tenuta del
congresso di fondazione del partito risolva i problemi che non affrontiamo ora
nel corso di quel triplice processo di crescita quantitativa che ho appena
indicato. Il congresso di fondazione del partito è il risultato qualitativo di
questo processo di crescita quantitativa e segnerà un salto di qualità in esso.
La parole d'ordine "costruire
comitati clandestini del partito in ogni azienda, in ogni zona di abitazione e
in ogni organizzazione di massa" vale ora e varrà, sia pure in modo un po'
diverso, anche dopo il congresso di fondazione. Essa definisce una linea di
lavoro strategico del partito. Nello stesso tempo è, in generale, in
contraddizione con quello che è avvenuto finora e che sta avvenendo ancora
oggi. La maggior parte dei CdP costituiti finora infatti non sono a livello di
azienda, zona di abitazione o organizzazione di massa. Sono piuttosto comitati
in cui comunisti già esistenti, raggruppati o no in FSRS, si sono uniti per
partecipare alla ricostruzione del partito. I compagni si conoscono da tempo
solo o principalmente proprio grazie all'attività politica che da tempo
svolgono, arrivano alla conclusione di fare un salto avanti, costituiscono un
CdP e si danno quindi un programma di formazione e di
attività corrispondente alle loro forze. Questi CdP non sono radicati in
un'aggregazione omogenea di masse popolari quali sono l'azienda, la zona di
abitazione o l'organizzazione di massa. Essi corrispondono più a quelli che nel
futuro saranno comitati di livello intermedio (regionale, provinciale, di
grande città o di grande azienda, di settore) tra il Comitato Centrale e gli
organismi di base del partito.
I comitati costituiti sulla base
dell'azienda (o del reparto, se si tratta di una grande azienda), della zona
d'abitazione (piccolo quartiere, caseggiato, paese, cittadina, valle, ecc.), dell'organizzazione di massa hanno invece le caratteristiche
degli organismi di base del partito. Sono in grado di essere la voce e gli
occhi del partito, i terminali del partito che raccolgono dalle masse quello
che il partito ha bisogno di ricevere dalle masse e trasmettono alle masse
quello che le masse hanno bisogno di ricevere dal partito. Ognuno di essi si
riferisce a un aggregato sociale che è inutile suddividere ulteriormente,
perché l'organismo di partito è in grado di raggiungere nella misura
necessaria, per raccogliere e per dare, tutti i suoi membri. Radicato in una
frazione di masse i cui membri sono uniti tra loro dalle relazioni della vita
corrente, il comitato di base è in grado di svolgere nei suoi confronti tutti i
ruoli del partito: inchiesta, orientamento, organizzazione, direzione, raccolta
di contributi e collaborazioni. La situazione ideale per il lavoro del partito
si ha quando il comitato di partito nel suo insieme conosce grosso modo tutti i
membri dell'aggregazione in cui opera.
Gli attuali CdP devono quindi porre tra i
loro compiti anche quello di promuovere la formazione di CdP di base. Ognuno
dei CdP esistenti deve studiare collettivamente le aggregazioni di massa (l'azienda
in cui lavora, la zona in cui abita, le organizzazioni di cui fa parte) in cui
ognuno dei suoi membri è già inserito e stabilire in quali casi e quali dei
suoi membri possono e devono assumersi l'incarico di creare ognuno un comitato
di base nell'aggregazione in cui è presente. A questo punto ognuno dei compagni
incaricati deve studiare a fondo la situazione in cui deve operare e che già
spontaneamente in qualche misura conosce, definire un piano per la costruzione
(quali elementi avanzati avvicinare e per ognuno il come), darsi dei tempi che
ovviamente soprattutto all'inizio saranno ipotesi in gran parte arbitrarie,
verificare periodicamente lo stato di avanzamento della costruzione, i problemi
che essa pone e come risolverli.
Come si vede ritorna anche qui la
questione degli elementi avanzati che esistono nell'aggregato in cui si vuole
costruire il CdP di base. Più a monte ancora però si pone il problema
dell'aggregato stesso: esiste e in che modo esiste?
La borghesia ha fatto e sta facendo uno
sforzo notevole per rompere e "individualizzare" gli aggregati
sociali, per disfare il tessuto della società, per ridurre ogni individuo a
"pensare a se stesso", a scavarsi la sua strada individualmente nella
società come è (che egli quindi non concepisce neanche di mettere in
questione). La sconfitta del movimento comunista, la ripresa della borghesia e
lo sviluppo della seconda crisi generale del capitalismo comportano un degrado
sociale che è anche distruzione dell'esistente tessuto di relazioni a livello locale
(d'azienda, di zona d'abitazione, associative) o la loro trasformazione in una
aggregazione rivolta contro le altre aggregazioni dello stesso genere e
livello, in una aggregazione corporativa: i lavoratori di un'azienda contro
quelli di un'altra, gli abitanti di un quartiere contro quelli di
un altro, i genitori di una scuola contro quelli di un'altra, ecc.
(mobilitazione reazionaria). Il risultato è che molte persone vivono o lavorano
l'una accanto all'altra anche per anni senza conoscersi, senza coalizzarsi,
senza agire come collettivo: come se fossero estranee l'una all'altra. La
cultura borghese, la scuola (la riforma Moratti lo mostra chiaramente) e la
repressione lavorano con particolare tenacia e scienza a questo scopo. I
contratti diversificati, gli appalti e subappalti, il lavoro interinale, le
varie forme di contratto precario, gli orari elastici, i turni, le rotazioni, lo sminuzzamento delle aziende, il contenuto
stesso di alcune attività che costituiscono oramai settori di lavoro a se stanti
particolarmente nei servizi, l'ordinamento dei condomini, ecc. sono studiati in
modo da ridurre al minimo le situazioni e le attività che di per sé comportano
la creazione di un rapporto tra le persone. In alcune aziende la situazione è
tale che solo l'ufficio personale o il capo reparto conosce tutti i lavoratori.
O il delegato sindacale: un buon motivo per farlo.
Nei quartieri, nei paesi, ecc. l'unica
espressione dell'unità sociale è l'autorità statale o amministrativa, o il prete. La borghesia fa di tutto perché
l'aggregato sociale, che non può evitare, non si traduca in vita associativa
tra i suoi membri, in un collettivo: perché resti un mero accostamento fisico
delle persone, senza comunicazione e conoscenza, nell'indifferenza e
nell'ignoranza reciproca. Tutti facciamo le stesse cose, abbiamo le stesse necessità, subiamo le stesse costrizioni,
trarremmo vantaggio da una intesa e
da un'azione collettiva, ma restiamo
l'uno indifferente ed estraneo all'altro. La solitudine nella folla. Questa
situazione è all'opposto di quella "riforma" (o ricomposizione a un
livello superiore) della società che noi comunisti vogliamo creare: la società
socialista può esistere solo come federazione di aggregati sociali elementari.
È all'opposto della "associazione consapevole" di cui hanno bisogno
individui che vivono e lavorano l'uno accanto all'altro, l'uno dipendente
dall'altro.
L'individualizzazione giova al
capitalista, che è individualmente una forza sociale (in ragione del capitale
che possiede e della massa di individui e di risorse che grazie ad esso egli
individualmente può mobilitare).
L'individualizzazione nuoce al proletario
che individualmente è privo di ogni forza sociale: la sua forza sociale è
direttamente proporzionale all'organizzazione. Costruire CdP di base vuol dire
anzitutto rompere questa situazione di individualizzazione.
È molto facile romperla. Ogni lettore
avrà probabilmente già fatto l'esperienza che basta una lotta qualsiasi per
unire, per creare conoscenza e associazione. Basta una iniziativa qualsiasi,
basta cogliere al volo un evento qualsiasi per creare aggregazione. A volte è
la borghesia stessa o elementi succubi o influenzati dalla borghesia che
rompono l'individualizzazione, danno inizio all'attività che creerà un
aggregato. La borghesia incarna in sé la contraddizione. Il suo ruolo
reazionario è in contrasto con le esigenze pratiche, oggettive della società
che essa ha creato, che si sforza di tenere in pugno, che non può cancellare
perché l'alta produttività del lavoro è direttamente legata al carattere
collettivo delle forze produttive. Per tenere in pugno questa sua società, la
borghesia deve trovare mediazioni tra le due esigenze. Essa (nella persona del
prete, dell'intellettuale influente, dell'arrampicatore sociale, ecc.) promuove
aggregazioni corporative e comunque di collaborazione con il capitalista, di
complemento e sostegno all'attuale ordinamento sociale. Ma l'aggregato
corporativo è in grande misura formato dagli stessi individui che possono
formare e che la loro condizione oggettiva spinge a formare l'aggregato di
lotta contro la borghesia e il suo ordinamento sociale. È la sua direzione
morale, intellettuale e organizzativa che è in contrasto con quella di un
collettivo popolare anticapitalista. Esso è quindi terreno d'azione oggi per
chi vuole costruire il CdP e domani per il CdP stesso.
Dove l'individualizzazione domina, creare
l'aggregato sociale, l'associazione degli individui è il primo passo per
conoscere gli elementi avanzati e anche per creare l'ambiente in cui il CdP può
poi esercitare la sua opera di orientamento, mobilitazione, organizzazione,
direzione: l'ambiente senza il quale il CdP non può fare pressoché nulla e
senza il quale nessuna società socialista è possibile. Quindi in questi casi i
comunisti devono iniziare facendo gli animatori sociali. Organizzando attività
sociali., momenti di ritrovo, iniziative collettive, lotte: tutto ciò che mette
in contatto tra loro gli individui, rompe l'isolamento, l'indifferenza,
l'ignoranza reciproca, l'estraneità di un individuo all'altro che fa a pugni
con il bisogno di azione collettiva che la vita l'uno a ridosso dell'altro crea
e che ognuno sente ad ogni passo. Una volta fatto questo lavoro, diventa
relativamente semplice individuare gli elementi avanzati e scegliere quelli su
cui iniziare il lavoro di reclutamento al partito, per creare il CdP di base.
Salvaguardando le regole della
compartimentazione (solo il compagno incaricato della costruzione conosce su
quali persone sta lavorando per il reclutamento), le caratteristiche degli
elementi avanzati su cui il compagno imposta il lavoro, i motivi e criteri
della scelta, i progressi, i successi e gli insuccessi, le difficoltà del
lavoro di costruzione, i risultati dell'inchiesta che il lavoro di costruzione
di fatto comunque comporta: tutto ciò deve essere discusso collettivamente
nell'attuale CdP. D'altra parte il collettivo deve sostenere il compagno nel
suo lavoro. Il collettivo può svolgere un ruolo importante nel creare
l'aggregato associativo locale. Il collettivo inoltre in generale si fa carico
della propaganda della necessità del partito, della propaganda della concezione
e della linea del partito, della propaganda della necessità del carattere
clandestino del partita e di altre attività del genere che sono rivolte a tutto
l'aggregato e influenzano il lavoro di reclutamento che il compagno sta facendo
su singoli individui. Far sentire a tutto l'aggregato la presenza del partito
(ad esempio tramite scritte murali o altro del genere) può darsi ad esempio che
serva al lavoro svolto dal compagno all'interno.
Nel campo della costruzione del CdP di
base è importante costruire esempi-tipo, esperienze-tipo. Quindi è importante
che i compagni che compiono le prime esperienze di questo genere o le hanno già
compiute, mandino corrispondenze alla rivista, certo omettendo i riferimenti
che farebbero identificare i luoghi e le persone. La loro lettura ispirerà
altri compagni.
Reclutare al partito non vuol dire per
forza mobilitare in questa o quella lotta rivendicativa. Il partito non è
un'associazione di lotta rivendicativa. È un'associazione per cambiare il mondo
costituita da persone che già oggi condividono la concezione del mondo e la
linea del partito. Anche se ovviamente il CdP deve promuovere ogni
mobilitazione delle masse su cui opera e fare di ogni mobilitazione una scuola
di comunismo. Le masse popolari fanno la storia. Le idee, una volta assimilate
dalle masse popolari, diventano una forza materiale che cambia il mondo. La
guerra popolare rivoluzionaria (GPR) si distingue dalla lotta armata dei
militaristi, anche dalla più partecipata e sostenuta azione dalle masse
popolari, proprio per questo: perché mobilita le masse popolari a combattere.
Quindi inizia creando le premesse di questa mobilitazione: unendo, orientando e
organizzando le masse popolari e mobilitandole affinché per propria esperienza
e guidate dal partito combattano contro la borghesia in unità col resto delle
masse popolari. Quindi in particolare il CdP e il compagno che costituisce il
CdP non lanciano "lotte avanzate" se le masse con cui ha a che fare
hanno ancora aspirazioni modeste. Parte dalla loro pratica e le spinge avanti.
Non dobbiamo lasciare le masse arretrate nelle mani della borghesia. Dobbiamo
bensì organizzarle noi comunisti sulla base delle loro attuali modeste
aspirazioni e poi procedere col metodo dell'uno che si divide in due: condurre
le masse a separare nel corso della loro attività e sulla base della loro
esperienza ciò che è loro favorevole da ciò che è loro di ostacolo o
addirittura è favorevole all'ordinamento sociale che le opprime. Così si
costruisce il nuovo potere. Quanto più un partito è avanzato, tanto meglio sa
mobilitare anche le masse arretrate e portarle passo dopo passo a partecipare
alla rivoluzione. I partiti della prima Internazionale Comunista hanno condotto
in questo campo un'attività che per molti versi ci è di esempio, pur con i
limiti derivanti dal fatto che nella loro attività essi non applicavano
consapevolmente la strategia della GPR di LD. I successi che hanno raggiunto
sono la conferma pratica che la nostra linea di instaurazione del nuovo potere
è realizzabile, è conforme alle leggi di movimento della società. il fatto che
non praticassero consapevolmente la strategia della GPR ha solo impedito che
essi facessero di quei successi le basi per un ulteriore avanzamento. Ha
limitato il loro lavoro e ha lasciata aperta successivamente la strada alla
direzione dei revisionisti moderni e alla distruzione anche dei successi
raggiunti.
Costruire CdP clandestini di base è contribuire
alla prima fase della guerra popolare rivoluzionaria installando il nuovo
potere nella forma in cui esso deve e può iniziare ad esistere oggi.
Anna M.
Il piano in
due punti per la costituzione del partito comunista
1.
Elaborare
il Manifesto Programma a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria
nazionale dei CARC.
2.
Costituire
comitati clandestini del partito che invieranno i loro delegati al congresso di
fondazione che approverà il Manifesto Programma del partito e il suo statuto ed
eleggerà il suo Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall'alto in
basso i comitati di partito.
L'elaborazione del Manifesto Programma è un aspetto molto importante del
nostro processo di costruzione. Essa crea tra i membri delle Forze Soggettive
della Rivoluzione Socialista (FSRS), tra i lavoratori avanzati e tra i
rivoluzionari prigionieri che vi partecipano una "opinione pubblica di
partito" e l'abitudine alla discussione responsabile, franca e pubblica su
cui si fonda l'unità organizzativa. In sostanza saranno membri del partito quei
compagni che 1. parteciperanno alla preparazione del Manifesto Programma del
partito, 2. entreranno a far parte dei comitati clandestini del partito, 3.
sosterranno la preparazione del congresso di fondazione.
II carattere clandestino del partito è una
discriminante, noi la chiamiamo la "settima discriminante" (La Voce n. 1, pag. 17 e segg.). La clandestinità è
condizione essenziale per l'autonomia ideologica, politica e organizzativa del partito
dalla borghesia, benché il partito intenda sfruttare ai fini dell'accumulazione
delle forze rivoluzionarie tutte le possibilità offerte dal lavoro aperto tra
le masse, svolto da proprie organizzazioni e dalle FSRS. Il carattere
clandestino del partito è un insegnamento tratto dalla esperienza della prima
ondata della rivoluzione proletaria e dall'analisi del movimento politico delle
società imperialiste.
Questo è il piano di costruzione che secondo noi
va realizzato. Finora nessuno ha contrapposto un altro piano di costruzione del
partito né ha fatto una critica aperta e articolata di questo piano. Gli errori
e i limiti in un'attività di questo genere sono inevitabili. Siamo grati a chi
ce li indica e li correggeremo man mano che vengono alla luce: ciò rafforza il
lavoro di costruzione.
La ricostruzione dei partito è un cantiere dove
si svolgono molte attività differenti. Esse mirano a raccogliere e a mobilitare
tutte le forze oggi disponibili e a far confluire la loro attività alla
realizzazione dei due obiettivi.